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IX Festival di Musica Etnica

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Andria e Castel del Monte

27, 28, 29 Luglio 2007

Voci e strumenti

simboli di identità culturale:

tra cielo e terra

(Ideazione e Direzione Artistica: Ruggiero Inchingolo)


Dallo “Stupor Mundi” il viaggio verso la conoscenza, alla piazza traboccante di corpi danzanti: il pubblico ancora una volta protagonista della nona edizione di "Suoni dal Mediterraneo" che si è conclusa con un grande successo.


Per tre giorni il Festival, tenutosi a Castel del Monte e in P.zza Catuma ad Andria, ha registrato la presenza di 10.000 persone provenienti dalla Puglia e da altre regioni d’Italia.

Un'edizione che ha fatto incontrare più di 50 musicisti di tutte le età a Castel del Monte, il sito più visitato di Puglia, per farne oltre che un luogo scenografico spettacolare, un luogo di incontro tra le culture musicali

rappresentate dalle voci e dagli strumenti che simboleggiano identità culturali legate al cielo e alla terra.

Stupor Mundi” Il viaggio verso la conoscenza (il concerto spettacolo di venerdì 27 luglio che ha inaugurato il Festival) ha costruito un discorso semplice e chiaro, un discorso di mediazione culturale di cui l'imperatore Federico II si fece portatore e che giustamente si è scelto di rappresentare in un luogo che è la sintesi di elementi culturali differenti.

Compagna instancabile in questo viaggio dell'imperatore, oltre al trovatore Isidoro, la dirompente fanfara della Banda Municipale Balcanica che ha accompagnato il pubblico in processione.

Ed ecco che si sono esibiti, stazione dopo stazione, i Cantori del Venerdì Santo di Conversano, le Cantatrici di Ischitella, i Cantori della Grecìa salentina, ultimi portatori di tradizioni musicali tramandate oralmente.

La gente ha potuto udire i ritmi dei senegalesi Tam Tam Morola, gli strumenti "a barre" suonati dai bambini della Scuola di Musica del Giardino dei Suoni, oltre a 4 musicisti andriesi che hanno completato la scena finale del concerto sul piazzale antistante il castello, suonando l’oud arabo, le chitarre e la darbouka.

Il castello era gremito di spettatori che hanno applaudito i vari momenti musicali, compreso quello conclusivo, frutto di una improvvisazione collettiva che ha sperimentato una via possibile al dialogo interculturale.

Il secondo giorno, il cortile di palazzo ducale, ha ospitato un seminario e una proiezione che ha messo in luce i momenti più salienti delle edizioni passate del Festival.

La serata di Sabato 28, in Piazza Catuma, è stata aperta dalle percussioni dei senegalesi che hanno riscaldato i corpi degli spettatori, ansiosi di trovarsi di fronte l'Ensemble Notte della Taranta, il gruppo (composto da 14 musicisti) che ha percorso l'europa con Stewart Copeland e che con Ambrogio Sparagna ha fatto conoscere la pizzica salentina in Cina e Giordania.

Ecco che Piazza Catuma per un attimo diventava angusta ed accogliente al tempo stesso, traboccante di corpi che danzavano, sospinti dai ritmi frenetici e ossessivi della trance musicale.

Per quanto riguarda il binomio "Cultura e solidarietà" l'Associazione Insieme per l'africa ha raccolto fondi per la costruzione di un dormitorio che ospiterà bambini di strada di Addis Abbeba, in Etiopia.

Domenica 29, alle 10.00 nel cortile di Palazzo Ducale si è svolto il convegno avente come tema l'Istituzione di archivi etnomusicali in Puglia, che ha riunito i più autorevoli studiosi del settore oltre ai rappresentanti istituzionali. Sempre nel cortile di Palazzo Ducale venivano intanto esposte le tele di Flavio Galletti, sulle Percezioni Etnomusicali.

Il Festival è stato l'occasione per presentare due lavori riguardanti le ricerche etnomusicologiche di R.Inchingolo e S.Villani, che hanno presentato rispettivamente il CD sulle Pizziche tarantate di Luigi Stifani (con la presenza di Giovanna Stifani, figlia del grande maestro) e il libro sulle Cantatrici di Ischitella.

Alle 21.15, le stesse cantatrici hanno aperto la serata conclusiva del Festival, cantando stornelli, canti di lavoro, serenate e canti dei riti della Settimana Santa.

Gran finale con la Banda Municipale Balcanica, concentrato di sonorità Tzigane, Klezmer e Yiddish, compagni tutti pugliesi della Kocani Orkestar. A fargli compagnia sul palco, Francesco "Fry" Moneti e Vito Mitoli rispettivamente al violino ed alla tromba.

Come sempre, l'organizzazione del Festival, sotto la Direzione Artistica di Ruggiero Inchingolo, è stata opera del Centro Studi "Il Giardino dei Suoni" che da anni sostiene la manifestazione e si batte per renderla sempre più completa e soddisfare il suo pubblico.

Trova i suoi principali sostenitori nelle pubbliche amministrazioni, in primis l'Assessorato alla Cultura del Comune di Andria, e il riconoscimento ufficiale da parte di organismi nazionali ed internazionali quali il Ministero e l'Unesco.

Questo perché anno dopo anno si è riusciti a costruire una tre giorni ricca di eventi, momenti di riflessione e di confronto, ma anche di formazione e approfondimento senza nulla togliere al gusto di lasciarsi andare verso il ballo, la danza, la festa.

Con otto edizioni alle spalle, il Festival di Musica Etnica "Suoni dal Mediterraneo" ha quest'anno posto a se stesso una doppia scomessa: riuscire a portare in Piazza Catuma, simbolo del centro storico di Andria, sia gli affezionati che lo hanno seguito edizione dopo edizione in Largo Giannotti e ancor prima in Piazza Bonghi, legati indissolubilmente alla storia stessa del Festival, sia chi, negli splendidi vicoli del centro storico di Andria, non si era mai addentrato.

Pensiamo che entrambe le scommesse siano state vinte. La magia di Largo Giannotti e di Piazza Bonghi non sono scomparse. I "suoni dal mediterraneo" hanno fatto sentire solo un po’ più forte la loro voce, rendendo più potente il richiamo delle culture musicali garganiche, salentine e della terra di Bari, mescolate all'altrove, rappresentato quest'anno dall'isola di Gorée.


Info:

Centro Studi “Il Giardino dei Suoni”

Via Bari 30, 70031 Andria (Ba)

Tel./Fax 0883.597833

www.suonidalmediterraneo.it

info@suonidalmediterraneo.it

inchingolo.r@libero.it